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Anche per la migliore tradizione di studi giotteschi la piena maturità del maestro resta la stagione della sua operosa vita meno assestata nella ricostruzione storica dei fatti e nella valutazione critica. Il volume si concentra sul decennio che all'incirca intercorse fra i murali della cappella Peruzzi e gli affreschi della cappella Bardi di Santa Croce in Firenze. Queste e le altre opere, realizzate anche ad Assisi e Roma, sono analizzate singolarmente nella specificità dei loro esiti formali e valutandone l'intero processo generativo, dall'occasione della committenza alla loro intelligenza ed esecuzione. Giotto «ebbe [allora] l'arte più compiuta che avesse mai più nessuno» (Cennini) e dimostra il definitivo sviluppo della sua arte: nelle singole realtà figurative è moderno, gotico, per stile e nella concezione delle immagini, che fonda una rinnovata considerazione dell'arte e dell'artista.